Non solo pasta e riso, anche sorgo, miglio e quinoa. Germogli di bamboo e foglie di cassava accanto a pomodori e melanzane. E per frutta mele, arance, ciliegie, ma anche litchis e papaya. Per favorire l’integrazione dei più piccoli anche nel piatto
nell’anno dell’Expo la Società Italiana di Pediatria (Sip) ha preparato la ‘piramide alimentare transculturale’, dedicata al milione di bambini stranieri che vivono ormai stabilmente nel nostro Paese. “Dobbiamo occuparci in modo attivo soprattutto dei bambini, la categoria più fragile – afferma il presidente Sip Giovanni Corsello – perché più degli adulti sentono il peso dello sradicamento dal territorio. Vogliamo fare in modo che possano ritrovare i loro gusti e i loro sapori dell’alimentazione in un contesto di equilibrio nutrizionale. Se vogliamo una società aperta ai bambini di tutte le etnie, dobbiamo rispettarne le tradizioni e i costumi di provenienza”. La piramide, dedicata ai pediatri di famiglia ma anche a scuole e comunità, tiene conto dei cibi e delle usanze dei
paesi di provenienza e garantisce un corretto apporto di nutrienti. “I principi della Piramide alimentare transculturale per l’età pediatrica sono quelli della dieta mediterranea, integrata da cibi multietnici – spiega Elvira Verduci, consigliere nazionale Sip – elevata assunzione di verdura, legumi, frutta, noci e cerali integrali; consumo di pesce medio alto; elevata assunzione di acidi grassi insaturi (olio di oliva); bassa assunzione di acidi saturi grassi e di prodotti caseari; ridotta assunzione di carne, soprattutto rossa, apporto moderato di sale e attività fisica quotidiana”.