Tutti i cittadini dell’Unione Europea potranno percepire la pensione in qualsiasi Stato membro decidano di trasferirsi. Un regime pensionistico complementare consentirà infatti ai cittadini dell’UE di ottenere diritti a pensione in qualsiasi paese che adotti la legislazione dell’UE. La Commissione, in accordo col Consiglio, agevola così ulteriormente la mobilità del lavoro nei paesi membri dell’Unione. Infatti i cittadini europei potranno circolare nel mercato unico senza rinunciare ai loro diritti a pensione. Il Commissario per l’Occupazione, gli affari Sociali e l’inclusione Làszlò Andor sostiene che la trasferibilità dei benefici pensionistici costituisce un prerequisito fondamentale per il rafforzamento del mercato del lavoro in Europa. La direttiva in questione richiede ai singoli stati nazionali di implementare misure minime per l’acquisizione e la protezione dei diritti pensionistici, in modo che tali benefici possano essere garantiti a tutti i cittadini europei che trasferiscono la loro vita lavorativa in un qualsiasi Stato membro. Le norme contenute nella direttiva parlano chiaro: per “diritti a pensione acquisiti”, si intendono tutti quelli ottenuti in applicazione delle condizioni stabilite da un regime pensionistico collettivo (o, eventualmente, ai sensi della legislazione nazionale). E’ evidente che la rimozione degli ostacoli alla libera circolazione delle persone fa parte delle misure contro l’alto tasso di disoccupazione che attualmente affligge l’Europa. La Commissione europea aveva già da tempo riconosciuto gli effetti negativi che una scarsa trasferibilità del lavoro può avere per il funzionamento globale del mercato UE. In passato le parti sociali europee si erano mostrate più volte restie ad aprire negoziati su una maggiore mobilità dei lavoratori in Europa. Da questo punto di vista la direttiva proposta dalla Commissione nell’ottobre del 2005, relativa al miglioramento della trasferibilità dei diritti a pensione complementare, arriva oggi finalmente a un punto di svolta. Il commissario Andor si augura infatti che il Parlamento europeo si affretti ad adottare la direttiva il prima possibile.