La Oxitec, un’impresa biotech britannica, ha chiesto di effettuare i primi test sul campo in Europa di un insetto – una mosca olearia – geneticamente modificato. Se riceverà i permessi l’Oxitec effettuerà un test su piccola scala in Spagna, dove libererà maschi Ogm di mosca olearia (Bactrocera oleae) con l’obiettivo di combattere i loro simili che parassitano gli oliveti. Queste mosche Ogm contengono un gene killer che uccide le femmine: se i maschi geneticamente modificati si accoppiano con femmine selvatiche di Bactrocera oleae tutta la prole femminile muore, riducendo così le popolazione di mosche olearie. Questa tecnologia Ogm è stata creata dal co-fondatore e direttore scientifico della Oxitec, Luke Alphey, che l’ha illustrata così alla Bbc: «La mosca olearia è l’unico parassita importante della produzione olivicola. In un anno cattivo, si può
perdere tutto il raccolto di un uliveto. Ed è un parassita molto difficile da controllare, perché è stata trattato con insetticidi, ma ora molte hanno sviluppato resistenza». Gli uliveti coprono 5 milioni di ettari nell’Unione europea e secondo Oxitec solo in Grecia l’industria delle olive spende circa 35 milioni di euro all’anno in insetticidi per tenere sotto controllo le mosche olearie che possono provocare danni per 650 milioni di euro l’anno. Se le autorità spagnole daranno (come sembra probabile) il permesso i ricercatori britannici libereranno le mosche geneticamente modificate in uliveti ricoperti da reti per contenere gli insetti e per evitare che l’esperimento «Sia sommerso dalle mosche nell’ambiente». Ma c’è già una coalizione anti-Ogm «Si tratta di un serio rischio per l’ambiente e di una tecnologia non testata e validata, rischio aggravato dal fatto che i ceppi di insetti ingegnerizzati sono esotici e non attinenti agli ambienti in cui verranno lanciati». Le associazioni sottolineano che «Una delle principali inquietudini di carattere ambientale è relativa al fatto che il ceppo di mosca dell’olivo utilizzato da Oxitec non è nativo della Spagna, ma è stato ingegnerizzato a partire da un ceppo greco incrociato con ceppi israeliani; situazione analoga in Brasile dove sembra che siano utilizzati ceppi di moscerini della frutta di origine guatemalteca). (fonte: www.greenreport.it)