Duecentocinquanta miliardi di frammenti di plastica. Alcuni così piccoli da essere invisibili a occhio nudo. Inquinano il mar Mediterraneo mescolandosi persino al plancton. Un inquinamento in miniatura, «un mostro ambientale parcellizzato»,
ridotto in frammenti da 0,3 a 50 millimetri. «Le micro-plastiche — spiegano i ricercatori — vengono confuse e ingerite da pesci e balene». Sono state contate dagli scienziati della spedizione Tara Méditerranée. Tara è il protagonista di un’esplorazione scientifica che ha riguardato gli oceani prima, il Mediterraneo adesso. È un veliero, batte bandiera francese ma ha a bordo anche scienziati italiani, impegnati a quantificare la presenza delle microplastiche nel mare nostrum, e i conseguenti effetti sull’ambiente,
sulla biodiversità e sulla salute dell’uomo. I ricercatori italiani imbarcatisi sulla goletta sono quelli, in particolare, della stazione zoologica Anton Dohrn, l’istituto che collabora alla spedizione scientifica Tara Méditerranée. Tara ha percorso 16 mila chilometri, coinvolgendo nel progetto Albania, Grecia, Libano, Malta, Tunisia, Algeria, Francia, Italia, Spagna, Marocco, Portogallo. (fonte: la Repubblica.it)