Al Festival de la Comédie trionfa la Spagna

La Spagna ha trionfato alla 12esima edizione del “Monte – Carlo Film Festival de la Comédie” con “Carmina y amén”, deliziosa commedia nera iberica firmata da Paco León giudicata miglior film. Migliore attrice Carmina Barrios, sempre in ” Carmina yamén.”A decretarlo la giuria presieduta da Giovanni Veronesi, e composta da Claude Zidi, Maria Grazia Cucinotta, Yllka Mujo, Lee Marshall . Il riconoscimento per la migliore regia va a Peter Chelsom, per il suo “Hector and the Search for Happiness”,

Ezio Greggio e Ursula Andress

gradevole affresco su uno psicanalista che vive a Londra, dalla vita grigia e noiosa, che si imbarca in un viaggio – da Shanghai all’Africa, fino a Los Angeles – alla ricerca appunto della felicità. Migliori attori, Héctor Noguera e Néstor Guzzini, straordinari interpreti di “Mr. Kaplan”, di Álvaro Brechner. Menzione speciale per la sceneggiatura, infine, a “Monument to Michael Jackson”, di Darko Lungulov, pellicola che mescola satira ed umorismo tipico dei Balcani. Tanti i personaggi premiati al gala del Festival de la Comédie, presentato e fondato 12 anni fa da Greggio, che da allora ha sdoganato le commedie (prima guardate con diffidenza dalla critica internazionale) facendole entrare nelle rassegne mondiali più importanti del mondo: dalla Mostra di Venezia fino agli Oscar. Tra i premiati all’Auditorium Ranieri III di Monte Carlo, anche il leggendario Philippe Leroy che ha appena ultimato il suo nuovo film, «Una gita a Roma» di Karin Proia, dove recita con Claudia Cardinale in una

“Carmina y amén”

commedia nella quale sono protagonisti due bambini della provincia italiana che, visitando la Capitale, si ritrovano coinvolti in mille imprevisti. Premiato anche il regista Paolo Genovese, che a settembre inizierà a girare il suo nuovo film, mentre in autunno comincerà le riprese della fiction in 8 puntate su Canale 5 «Immaturi», tratta dalla sua fortunata commedia cinematografica di qualche anno fa. La serie sarà ambientata a Roma, con qualche ciak a Parigi, e racconterà la parabola di una classe di liceali impegnati con gli esami di maturità e con le scelte della loro vita. Tanti applausi per Ursula Andress, prima Bond girl della storia che ha sottolineato come «il vero Bond ha un solo nome, Sean Connery, rimasto nel cuore di tutti per il suo mix di fascino, sex appeal ed eleganza che nessun altro attore ha saputo superare. Anche se in realtà il vero Bond era Ian Fleling che ha romanzato le sue esperienze di agente presso i servizi segreti britannici». Con commozione la diva (che vive tra la Svizzera e la campagna romana) ha ricordato «quanto fosse bella negli anni Sessanta Roma, ora abbandonata al degrado e dominata da una perversa burocrazia che non consente più alla gente di lavorare con passione e allegria. Un vero peccato per gli italiani soprattutto che non capisco come mai non si ribellino a questo stato di cose. La politica è una cosa sporca, però ho molta fiducia nel presidente Mattarella, una persona perbene che potrebbe restituire agli italiani la fiducia nei propri ideali». Un altro commento su Bond è poi arrivato da un’altra Bond girl d’eccezione, Maria Grazia Cucinotta, che è stata tra i giurati del Festival de la Comédie: «Sono felice che sia stata scelta per la quarta volta una Bond girl italiana di grande prestigio come Monica Bellucci, è un ennesimo omaggio alla bellezza e alla bravura delle nostre attrici.

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