Ora più che mai va tutelato l’olio extravergine dagli attacchi dei ‘soliti furbetti e truffaldini’ che con la scusa delle esigenze del ‘Signor Mercato’ si sentono autorizzati a spacciare per ‘made in Italy’ oli stranieri, spesso deodorati, manipolati chimicamente, colorati con la clorofilla e chi più ne ha più ne metta”. È il commento del presidente della Coldiretti Puglia, Gianni Cantele, alla notizia che i Carabinieri del Nas di Lecce, a seguito di numerosi controlli a frantoi ed aziende di imbottigliamento di olio d’oliva della provincia salentina, hanno scoperto che alcuni stabilimenti acquistavano da un grossista della zona olio extravergine di oliva comunitario, proveniente principalmente da Grecia e Spagna, per poi confezionarlo e venderlo come olio extravergine di oliva 100% italiano. Sequestrati 2000 chili di miscele di oli comunitari etichettati come ‘Extravergine di oliva made in Italy’ e circa 6
tonnellate di olio contenuti in silos e fusti privi delle indicazioni relative alla categoria e provenienza.“Ciò spiega come mai – continua il direttore di Coldiretti Puglia, Angelo Corsetti – nel corso dell’ultimo decennio le importazioni complessive di oli di oliva in Puglia siano cresciute rapidamente, nonostante la Puglia sia la regione più olivicola d’Europa. Le importazioni complessive di oli di oliva ammontano in media a circa 87.000 tonnellate, di contro le esportazioni si aggirano sulle 38.000 tonnellate. Gli oli stranieri vengono importati principalmente da Spagna, Grecia e Tunisia, acquistati a prezzi più bassi rispetto al prodotto regionale e utilizzati dagli imbottigliatori per l’ottenimento di blend con oli regionali”.