Alimentazione: italiani al Forum di Barcellona

Promuovere la produzione agricola sostenibile ed il commercio è una delle priorità principali per il bacino meridionale ed orientale del Mediterraneo, dove molti paesi producono quantità insufficienti di beni alimentari di base. Su queste tematiche si è svolto a Barcellona il “Forum del Settore Privato sulla Sicurezza Alimentare nella Regione del Mediterraneo Meridionale e Orientale”, una conferenza di due giorni (5-6 Maggio) volta a rafforzare le relazioni tra settore pubblico e privato – dagli agricoltori con le loro organizzazioni alle aziende agricole di piccole, medie e grandi dimensioni – e a formulare iniziative per stimolare gli investimenti nei sistemi agro-alimentari.

Sa sinistra, Sergio Piazzi, segretario generale PAM, Cosimo Lacirignola segretario generale CIHEAM e Gilles Mettetal direttore Agribusiness EBRD

Tra policy maker di alto livello, istituzioni finanziarie e rappresentanti del settore privato, di centri di ricerca e del mondo accademico erano presenti anche personaggi italiani di spicco come Sergio Piazzi, segretario generale PAM (l’Assemblea parlamentare del Mediterraneo) e Cosimo Lacirignola segretario generale CIHEAM, l’organizzazione intergovernativa alla quale aderiscono 13 Paesi mediterranei: Albania, Algeria, Egitto, Francia, Grecia, Italia, Libano, Malta, Marocco, Portogallo, Spagna, Tunisia, Turchia. Il Forum, inaugurato da Carlos Cabanas Godino, segretario generale presso il Ministero dell’Agricoltura di Spagna, era organizzato  dalla FAO, dalla Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo (EBRD) e dall’Unione per il Mediterraneo (UfM).

I paesi della regione del Mediterraneo meridionale e orientale importano la metà delle loro principali colture di base. Le importazioni di prodotti agro-alimentari nella regione sono cresciute di 69 miliardi di dollari, ovvero il 63%, tra il 2002 e il 2013. Nel frattempo, le esportazioni sono quintuplicate rispetto al 2000, fino a 31 miliardi di dollari, comprendendo anche l’aumento sensibile dei carichi di frutta e verdura verso i mercati Medio Orientali e Nord Africani. Nel 2013 la regione ha importato 29 milioni di tonnellate di grano. Ed e’ sempre più dipendente dalle importazioni di alimenti chiave quali i cereali, lo zucchero e l’olio vegetale, che forniscono la maggioranza delle calorie consumate. Inoltre, il trasporto dei cereali dai porti agli stabilimenti può costare fino a quattro volte il costo standard mondiale, a causa dei lenti tempi di inversione delle navi, dei costi di stoccaggio e degli alti volumi di perdite durante tale fase. Questa grande domanda di prodotti alimentari di base è prevalentemente dovuta alla rapida crescita della popolazione in una regione che ha delle risorse naturali limitate e fragili – in particolare il suolo e l’acqua – ed una notevole vulnerabilità al cambiamento climatico. La regione soffre anche di uno scarso investimento nel settore agricolo e di un’ insufficiente partecipazione del settore privato. Durante i due giorni del Forum, i partecipanti hanno esaminato i modi in cui affrontare queste sfide: come promuovere la produzione locale di frutta e verdura da esportazione; come diversificare maggiormente i fornitori di import ed i mercati di export; come migliorare le politiche di rifornimento, affiancandole anche a migliori politiche di gestione strategica delle scorte; come migliorare l’organizzazione delle catene di valore alimentare; come promuovere gli investimenti in ricerca e sviluppo;  e come rendere più economici i processi di importazione. Inoltre, una maggiore integrazione regionale dei mercati agricoli aiuterebbe i paesi a fronteggiare gli shock dell’offerta e mitigherebbe le oscillazioni  dei prezzi alimentari.

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