Anche l’ex re Juan Carlos comprò un suo presepe

“Una notte mio padre e io ricevemmo una telefonata da un assessore comunale. Ci disse che l’allora re di Spagna Juan Carlos era a Napoli e voleva vedere le nostre opere. Inizialmente pensammo a uno scherzo. Poi salimmo in auto e raggiungemmo l’albergo dove il re soggiornava. Comprò un presepe. Papà prese i soldi e li nascose nei calzini per paura che glieli rubassero”.

Mastro Peppe Ferrigno, scomparso qualche anno fa, e suo figlio Marco

Così ricorda Marco Ferrigno, maestro dei presepi nel suo negozio di Napoli conosciuto in tutto il mondo.“Con le sue botteghe, con le sue bancarelle, San Gregorio Armeno è il luogo per antonomasia del Natale napoletano, ma è qualcosa di più, perché molta parte della storia della città comincia e finisce lì, in quella ferita di pietra nella tortuosità dei vicoli”, scriveva nel 2003 Pietro Gargano che poi

Marco con la statuetta di José Maria Callejon, l’attaccante spagnolo che gioca nel Napoli

sottolineava: “Il presepio tollera ogni anacronismo, mette insieme il legionario romano dell’anno uno e il cacciatore col fucile di molti secoli più tardi. E’ una specie di Vangelo tradotto in dialetto e insieme uno specchio dell’immaginazione popolare. Per commercio e per senso della vita che passa, il presepio oggi è pure un documentario della vita e della morte sul pianeta”.

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