Collezione Cavallini-Sgarbi a Cáceres

“Il Furore della Ricerca – Grandes maestros de la pintura italiana en la colección Sgarbi” è il titolo della mostra inaugurata a Cáceres, dopo la mostra-anteprima dello scorso ottobre a Burgos, con capolavori italiani provenienti dalla  collezione Cavallini-Sgarbi costituita da migliaia di opere “scoperte” in trent’anni d’intensa attività. Fino al 30 giugno, alla  Fundación Mercedes Calles y Carlos Ballestero si potranno ammirare 39 opere, una significativa selezione di dipinti di importanti maestri della pittura italiana dal XV al XVIII secolo. Tra queste, la coppia di tavole di Antonio e Bartolomeo Vivarini, già parte di un polittico realizzato nel 1451 per la chiesa di San Francesco a Padova, saranno esposte accanto alla pala firmata e datata 1490 dal raro artista cremonese Antonio Cicognara e alla Madonna con Bambino e Santa Caterina di Johannes Hispnus, maestro iberico attivo in Italia nei primi decenni del XVI secolo. Ampio spazio sarà dedicato alla pittura emiliana del Seicento, con le opere di Simone Cantarini, del ferrarese Carlo Bononi, dei bolognesi Faccini, Torri e Mastelletta, del guercinesco Matteo Loves e del romagnolo Guido Cagnacci, autore di un seducente “quadro da stanza” raffigurante l’Allegoria della Vita Umana, nel quale sembra celebrare una vera e propria santificazione del corpo femminile e della sua sensualità. Ugualmente rappresentate nei secoli sono le altre “scuole” pittoriche italiane, veneta (Veronese, Damini, Ponzone, Loth,Fumiani e Piazzetta), romana (Cavalier d’Arpinio, Sassoferrato, Cavallucci, Stern), lombarda (Cairo, Morazzone, Santagostino) e toscana (Rosi, Pignoni, Ricchi, Paolini). Capolavori di grande interesse si devono poi a due grandi maestri di cultura caravaggesca, lo spagnolo Jusepe de Ribera che, con la tipica materia densa e corposa, immortala semplici popolani “in veste” di santi (San Girolamo) e di filosofi (Platone) e Artemisia Gentileschi, autrice della tela con Cleopatra.

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