di Patrizia Floder Reitter *
Comites, questi sconosciuti. Alzi la mano chi sa cosa sono i Comitati degli italiani all’estero, perché esistono, a cosa servono. Certo, possiamo vivere anche senza saperlo, ma il prossimo 17 aprile finalmente si voterà per il loro rinnovo, dopo undici anni e diversi rinvii: forse è un peccato non scegliere chi ci rappresenta, gratuitamente, presso le sedi consolari. Quella che vi racconto è l’esperienza di alcuni di noi, residenti in Spagna: in pochi giorni (l’ultimo rinvio elettorale è del 1° gennaio scorso) abbiamo provato a mettere in piedi una lista civica, composta di persone impegnate in ambiti diversi e con la voglia di dare nuova voce, nuovi progetti a questi organismi, spesso troppo distanti dalla collettività. Quanto distanti? Solo guardando il meccanismo di voto per il rinnovo si capisce che la legge non avvicina.
Prima difficoltà. Fare una lista. Sì, perché oltre a scegliere persone capaci, in grado di rappresentare interessi ed esigenze differenti dei connazionali in un Paese estero, bisognava essere certi che siano iscritti all’Aire. Altrimenti non si possono candidare. Credete sia cosa facile? Niente affatto: sebbene i cittadini italiani, che risiedono all’estero per un periodo superiore ai dodici mesi, abbiano il diritto- dovere di iscriversi all’Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero, molti, troppi ancora se ne infischiano. Tanti, tantissimi vivono lontano dal loro Paese e non comunicano il cambio di residenza. Poi piangono, se “fuori casa” non possono rinnovare i documenti d’identità.
Seconda difficoltà. Autenticare la firma della propria candidatura. Seccatura burocratica? Anche un onere: solo chi vive a Madrid (nostra Circoscrizione di riferimento) poteva recarsi alla Cancelleria consolare dell’Ambasciata e ottenere l’autentica, gratuitamente. Tutti gli altri italiani di Bilbao, Ceuta, Siviglia, Tenerife o Granada (in totale, delle 13 città della Circoscrizione) potevano farlo unicamente davanti a un notaio, con successiva ulteriore spesa per avere l’Apostille dell’Aja, ovvero il timbro ufficiale che certifica che atti pubblici stranieri sono autentici.
Terza difficoltà. Trovare 200 sottoscrittori della lista, per farla passare. Nei dieci giorni concessi per legge, i connazionali (sempre iscritti all’Aire) potevano darci il loro sostegno con una firma. Magari ignorando cosa siano Comites ma per amicizia, per simpatia, per non essere più tormentati dalle nostre telefonate! Anche qui, grosse difficoltà ed evidenti ingiustizie: a Madrid le firme erano possibili quasi ogni giorno, sabato e domeniche incluse; persino durante un evento serale. Fuori dalla capitale (ad eccezione di Màlaga per un giorno), solo firme dal notaio e successiva doppia certificazione. Ma come? I 13 consolati onorari italiani che dipendono da Madrid non possono autenticare le firme dei connazionali? “No, – ci aveva spiegato Gilda Santangelo, capo della Cancelleria consolare dell’Ambasciata d’Italia a Madrid, brava, bravissima come tutti i suoi collaboratori – “Perché la normativa vigente prevede che siano solo gli uffici consolari di I categoria ad autenticare le firme dei cittadini residenti nella propria circoscrizione ai fini del procedimento elettorale. Sono dunque esclusi gli Uffici consolari di II categoria, ossia onorari.”. In poche parole, dovevamo dire agli italiani di Burgos, delle Canarie, di tutte le altre città che fanno capo a Madrid: “Cari signori, i vostri consolati non servono per autenticare una firma e se volete sostenerci, spendete soldi dal notaio”. Vi sembra possibile? Quanti ne conoscete, che si prendono un permesso dal lavoro e vanno a pagare 20 euro dal notaio per una tua lista di “rinnovo Comites”? In ogni caso, trovare firme a Madrid dove gli iscritti all’Aire sono 16.243, è stata impresa quasi impossibile. Anche questo fa capire quanto i Comitati, almeno qui, non abbiano accorciato le distanze tra collettività e istituzioni: pochissimi sapevano delle elezioni, dei rinvii, di cosa stessimo parlando!
Quarta difficoltà. Il voto. Se la tua lista passa (noi abbiamo raccolto 78 firme, pur sempre tante rispetto ai pochissimi giorni a disposizione), gli italiani all’estero poi, per votarla, devono scaricare un modulo on-line, compilarlo, chiedere di essere iscritti nell’elenco elettori del Comites, allegare copia del documento d’identità e spedirlo per ricevere (in tempo utile) il plico elettorale da rispedire. Poi, se ci si ricorderà e se non passerà la voglia, si potrà votare.
* direttore di Infoitaliaspagna
Carissima Patrizia,
niente di più vero c’è in quello che dici, anche la nostra lista “SI ITALIA” non ce l’ha fatta, tra l’altro si presentò anche a Dicembre 2014 con difficoltà enormi per tutti punti che descrivi.
Molto probabilmente si presenterá solo la lista dei consiglieri uscenti, rendendo ancora di più inutile questo rinnovo del Comites.
Stiamo aspettanto i dati ufficiali sul numero esatto dei sottoscrittori, già che non sono valide sottoscrizioni di persone in due liste, persone con meno di 6 mesi inscritti all’AIRE o non iscritti, ecc.
Quello che vorrei sottolineare è che se sommiamo il numero totale dei sottoscrittori alle 3 liste, tra 300 e 400 firme, risulta una percentuale ridicola rispetto al totale degli elettori AIRE di Madrid (16.243) o di tutta la ciscoscrizione (più di 50.000).
I gestori del Comites Madrid che da 11 anni sono stati dentro questo organismo hanno tutta la responsabilità, rispetto alla sua gestione, al suo conoscimento, alla bassa affluenza alla sottoscrizione.
Quindi il nuovo Comites di Madrid sarà un morto che cammina.
Marco Fiore
Grazie Marco delle tue considerazioni. Aspetto altri commenti, non solo di candidati ma di tutti gli italiani all’estero
Mi associo a Marco, la tua analisi/denuncia é corretta;io aggiungerei quel vecchio pensiero Andreottiano ” pensa male ed accerterai ” e cioé : tutto questo macchingegno é fatto ” cosi male” perché all base c’é il Desiderio Governstivo di “far sparire” i comités.
Io voglio essere costruttiva. Abbiamo provato, senza conoscere troppo. Ora abbiamo il tempo di capire e organizzare meglio e la prossima volta fare decisamente meglio. E con l’obiettivo di cambiare le cose. Possiamo far conoscere i comités in modo che ci sia la prossima volta piú interesse nel loro rinnovo. Insomma arrivare piú preparati. Perché io stessa, negli ultimi 10 anni, non avevo mai votato per un comité, ne mai mi era arrivata notizia del loro rinnovo. Come mai?
Tanti interrogativi, ma forse il più pesante è questo: se una lista è riuscita a passare anche grazie a tante firme (100 o più, aspettiamo i dati definitivi) raccolte alle Canarie, dove pure bisognava andare dal notaio per fare autenticare ogni singola sottoscrizione, allora la questione è chi ha mezzi paga? Se così fosse, di democratico c’è ben poco in queste elezioni.
Io ho condiviso come candiato l’avventura “last minute” della lista ItaliaSpagna e devo dire che il sistema per la raccolta delle firme è bizantino e non incentiva assolutamente la partecipazione dei cittadini italiani. Chi non vive a Madrid è penalizzatissimo e deve pagare (o farsi pagare) le spese del notaio, non valgono i consoli onorari, non si accettano firme telematiche, ecc. Un’amica che voleva sostenere la lista e che viaggia molto per lavoro mi ha commentato: “Si fa tutto per internet al giorno d’oggi e giusto una cosa che serve per tutelare i tuoi diritti la devi fare in persona… ma che siamo nel medioevo?… Che l’hanno fatto per fare in modo che non vada nessuno? ” Possiamo essere d’accordo o meno sull’affermazione, ma il dubbio è assolutamente legittimo.
Comunque vadano i risultati, ci sarà molto da parlare su un sistema elettorale che penalizza, non favorisce la partecipazione della comunità italiana all’estera.