Un giro d’affari di 1,4 miliardi di euro pari al 60% della produzione di derivati del pomodoro: sono i numeri dell’export del pomodoro, illustrati a Napoli, nel corso dell’assemblea di Anicav, associazione nazionale industriali conserve alimentari vegetali. Questo 60% è destinato alle esportazioni sia verso l’Europa (Germania, Francia, Regno Unito) che verso gli altri Paesi (USA, Giappone, Australia), a conferma della grande propensione all’export dell’intero settore, mentre solo poco più di 2 milioni di tonnellate di derivati (40%) sono destinati al mercato interno. Le esportazioni raggiungono il 72% nel solo distretto delle Conserve di Nocera (tra le province di Salerno e Napoli) che rappresenta il principale polo produttivo del pomodoro trasformato. Il dato dell’export è ancora più rilevante se si tiene conto del fatto che la quota destinata all’export dell’intero comparto dell’industria agroalimentare italiana si attesta su un 20%, contro il 22% della Spagna, il 26% della Francia e il 33% della Germania. Nel 2014 le aziende italiane hanno trasformato 4,9 milioni di tonnellate di pomodoro, di cui poco più della metà nel Distretto del Centro-Sud e il resto nel Distretto del Nord-Italia, a fronte di 67.177 ettari messi a coltura. L’Italia, terzo
trasformatore di pomodoro al mondo dopo Stati Uniti e Cina, torna così a crescere nel 2014 in termini di quantità trasformate dopo la parentesi negativa degli ultimi 2 anni, rappresentando il 12% della produzione mondiale (con circa 40 milioni di tonnellate) e il 54% del prodotto trasformato in Europa, con un fatturato totale di circa 3 miliardi di euro. Quello delle conserve alimentari vegetali è un settore vitale per l’economia italiana.(fonte: Ansa)