‘Storie di coraggio. Dodici incontri con i grandi italiani del vino’ è il
nome del suo libro, ma ‘coraggio’ è anche la parola chiave della vita di Oscar Farinetti che ha creato il marchio ‘Eataly’, colosso del made in Italy agroalimentare ovvero negozi e ristoranti di prodotti italiani di qualità in tutto il mondo. Di seguito, alcuni stralci dell’intervista che Chiara Mastria del Il Resto del Carlino ha fatto all’imprenditore al recente Forum Eventi di Modena.
Farinetti, due parole per descrivere il suo libro.
“Coraggio e vino. Il coraggio perché è un valore in estinzione: oggi si preferiscono il cinismo, l’egoismo e si allontanano le responsabilità. Il vino perché racconta sempre una storia bellissima, che parte dalla terra e arriva ai più alti piani del management”.
Di tutti i prodotti enogastronomici che abbiamo, perché ha scelto di raccontare proprio il vino?
“Perché è uno dei prodotti più esportati e apprezzati dell’Italia nel mondo. Sa quanti contadini arrivano in America con un buon vino e diventano degli dei?”.
Anche la sua storia, quella del marchio Eataly, è una storia di coraggio…
“Tutta la mia vita è stata contrassegnata dal coraggio: a partire da mio padre, che era un partigiano e si è battuto per cambiare le cose. Io, purtroppo o per fortuna, non ho dovuto combattere una guerra, ma ho creato solo quest’anno 1500 posti di lavoro: di questi tempi, la considero la mia ‘piccola’ rivoluzione”.
Qual è il segreto del successo di Eataly?
“Beh, ci diamo dentro”.
Se dovesse dare un consiglio perché un’impresa funzioni?
“Deve essere semplice: in tre parole chiunque deve capire di cosa si tratta”.
Lei ha portato il suo marchio fuori dall’Italia, ma ha deciso di investire anche nel nostro paese. Una scelta difficile?
“Dal punto di vista burocratico sì, l’Italia è tremendamente complicata rispetto all’estero. Ma è il mio paese, e non ho nessuna intenzione di abbandonarlo. Anzi, a breve inaugurerò uno spazio a Firenze…”.