Rapporto 2014 Istat. L’Italia rispetto all’Europa

Secondo la Banca Mondiale, avviare un’impresa in Italia richiede sei giorni, alla stregua della Francia, molti meno che nel Regno Unito, Germania e Spagna (da 12 a 24), ma costa il triplo rispetto alla media Ue in termini di capitale minimo e costi procedurali. L’Istat mette in evidenza che i t3mpi e costi della giustizia civile sono ancora penalizzanti per le imprese italiane: la risoluzione delle dispute è più lunga (1.185 giorni, il doppio della media Ue) e più costosa che nei principali paesi Ue.

Nel 2012, oltre 26 mila italiani di 15-34 anni hanno lasciato il Paese, 10mila in più rispetto al 2008, meno di quanti ne sono rientrati. Il flusso di uscita dei laureati è di 6 mila 340 unità, con un saldo di -4 mila 180 unità. Le mete di destinazione privilegiate sono Regno Unito, Germania (circa 900 emigrati in ciascun paese) e Svizzera (726).

Peggiora la situazione di conciliazione dei tempi di vita delle donne. Cresce la quota di donne occupate in gravidanza che non lavora più a due anni di distanza dal parto (22,3% nel 2012 dal 18,4% nel 2005), soprattutto nel Mezzogiorno dove arriva al 29,8%. Le più esposte al rischio di lasciare o perdere il lavoro sono le neo-madri che lavoravano a tempo determinato (45,7% nel 2012), quelle con titolo di studio basso (30,8%, rispetto al 12,3% delle laureate), le lavoratrici del Mezzogiorno (29,8%). Inoltre, aumenta la quota di occupate con figli piccoli che lamentano le difficoltà di conciliazione (dal 38,6% del 2005 al 42,7% del 2012).

Oltre una posizione lavorativa su tre create tra il 2012 e il 2013 è nel settore commercio/trasporti/pubblici esercizi; quasi una su quattro nell’industria; poco più di una su cinque nei servizi alle imprese. Quasi il 55% delle posizioni create nell’ultimo anno si deve alle microimprese (meno di 10 addetti), il 5,5% alle piccole (10-49 addetti), il 13,5% alle medie (50-249 addetti) e il 26,5% alle grandi (250 addetti e oltre). La struttura produttiva italiana è ancora molto frammentata: nel 2012 sono attive circa 4,4 milioni di imprese che impiegano circa 16,7 milioni di addetti (una media di 3,8 addetti per impresa). Il peso preponderante delle imprese con meno di 10 addetti (95% delle unità produttive, circa 46% dell’occupazione) caratterizza l’Italia nel contesto europeo, insieme all’elevato grado di imprenditorialità (64 imprese ogni 1.000 abitanti).

L’Italia investe in Ricerca e sviluppo (R&S) una quota di Pil distante dall’obiettivo definito da Europa 2020 (1,25% a fronte dell’1,53%). Il ritardo, sottolinea l’Istat, è vistoso anche nella spesa delle imprese (0,7% del Pil contro 1,3% della media Ue27). Quasi un quarto di questa spesa si deve a multinazionali estere.

 

 

 

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