Imprese biotech in Italia, Spagna, Europa

Oltre 7 miliardi di euro di fatturato, un miliardo e mezzo di euro di investimenti in ricerca e sviluppo (R&S) e 422 imprese, di cui più della metà (264) è costituita da aziende che hanno come core business attività legate esclusivamente alle biotecnologie e che rientrano, quindi, nella definizione di impresa “pure biotech”. È questo il quadro del settore delle biotecnologie tracciato dal rapporto “Biotecnologie in Italia 2014”, realizzato da Assobiotec ed Ernst&Young (EY), in collaborazione con Farmindustria e l’Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane. Un’istantanea del comparto da cui emergono, però, segnali contrastanti. Partiamo da un dato strutturale: la grande maggioranza (77%) delle aziende del settore è di dimensione micro o piccola, rispettivamente con meno di 10 e meno di 50 addetti. Considerando le sole imprese pure biotech, tale percentuale aumenta sino all’88%, a riprova del fatto che la forza trainante dell’industria biotech italiana è costituita dalle tante Pmi innovative e start-up che vivono di ricerca. Un altro dato significativo: per numero di imprese pure biotech, l’Italia si posiziona oggi al terzo posto in Europa, dopo la Germania e il Regno Unito. Arriviamo ora alle note dolenti: se il fatturato totale dell’industria biotech italiana si mantiene sostanzialmente stabile e gli investimenti in R&S aumentano fino a 1.5 milioni di euro (+ 1%) rispetto al 2012, per contro il numero delle aziende è sceso dell’1,8%. Probabilmente, per effetto di operazioni di M&A (fusioni e acquisizioni) che sono aumentate nel 2013 sia relativamente al numero delle offerte (20) che per il volume totale di queste ultime (circa 15 miliardi di euro). Da una parte, c’è stato un enorme aumento del valore potenziale delle operazioni biotech-biotech, e dall’altra anche le transazioni tra big-pharma e imprese biotech hanno registrato risultati migliori. Nel contempo, è diminuito dell’1% il numero degli addetti in R&S, pari a 6.626 unità. Non solo: per quanto riguarda gli investimenti, l’Italia è risultata molto indietro rispetto agli altri Paesi europei.

Le imprese biotech italiane hanno raccolto solo l’1,6 % del totale degli investimenti VC (venture capital) in Europa (1,613 milioni di dollari), rispetto al 27,7% nel Regno Unito, allo 11,7% in Francia, al 10,5 % in Germania, al 9,2% nei Paesi Bassi, allo 8,4% in Danimarca, o addirittura al 4,1% in Austria, del 3,8% in Belgio e del 3,2% in Spagna. Eppure anche nel 2013 ci sono state importanti conferme. Quelle più positive sono arrivate dal settore di applicazione del “red biotech” (medicale), che si è confermato il segmento trainante dell’intero comparto. Delle 422 imprese censite, 241 (pari al 57%) sono infatti attive nella ricerca e sviluppo di nuovi prodotti terapeutici e diagnostici, e 145 di queste sono aziende pure biotech. Il fatturato del segmento red biotech ammonta a 6.67 milioni di euro, con un incremento dello 1% rispetto al 2012. Pur costituendo il 17% delle imprese del campione, le aziende del farmaco arrivano a generare il 79% del fatturato totale, rispetto al 18% che invece origina dalle imprese pure biotech. Con un investimento complessivo in R&S di 1.4 milioni di euro, pari al 21% del loro fatturato, le imprese red biotech destinano ingenti risorse allo sviluppo di tecnologie e prodotti altamente innovativi. La quota di investimenti sostenuta dalle aziende pure biotech rappresenta il 26% del totale, rispetto al 73% sostenuto dalle imprese del farmaco (39% farmaceutiche italiane, 34% multinazionali con sede in Italia). Nel caso delle pure biotech, tuttavia, l’incidenza degli investimenti in R&S sul fatturato (31%) è considerevolmente più elevata rispetto a quella delle imprese del farmaco (21%). Il loro focus sulla ricerca è ulteriormente confermato dal rapporto tra numero di addetti in R&S e addetti totali: le imprese pure biotech italiane presentano una percentuale di addetti in R&S sul totale della forza lavoro (20%) significativamente maggiore rispetto a quella delle imprese del farmaco (11%). Risulta, invece, più circoscritto ma comunque in salute il settore green biotech (agro-alimentare). Il suo fatturato ammonta a 147 milioni di euro, con un incremento del 2,7% rispetto al 2012, e una quota crescente (53%) dei ricavi che origina da aziende pure biotech italiane. Gli investimenti in R&S ammontano a 106 milioni di euro; il 46% di questi origina da imprese pure biotech, il 43% dalle consociate italiane di imprese multinazionali. Nel complesso, questo settore consta di 94 imprese: la maggioranza è rappresentata da aziende pure biotech di micro o piccola dimensione (66), attive all’interno di parchi scientifici o incubatori, e impegnate in molteplicità di progetti volti a valorizzare il potenziale applicativo delle biotecnologie in campo agricolo e alimentare, attraverso il miglioramento della produzione primaria, vegetale e animale, e lo sviluppo di nuove tecnologie a tutela e garanzia della qualità, della sicurezza e della sostenibilità dell’intera filiera alimentare. Infine, il settore white biotech (ambientale). L’unico dei tre presi in esame in forte sofferenza, con un fatturato che ammonta a 241 milioni di euro (289 milioni nel 2012), di cui 238 milioni realizzati dal pure biotech (287 nel 2012). Circa due terzi delle 69 imprese attive in Italia in questo ambito sono aziende pure biotech (41): start-up innovative, di micro o piccola dimensione, che generano nuove tecnologie per processi di trasformazione di biomasse e di altre materie prime, e nella produzione sostenibile di prodotti chimici, materiali e carburanti. Gli investimenti in R&S ammontano a 29 milioni di euro (31 milioni nel 2012) e, anche in questo caso, il contributo delle imprese pure biotech è pari al 82%. Alla crescita del settore white biotech, si associa un modello di sviluppo industriale ecosostenibile, in grado di offrire al mercato prodotti con caratteristiche superiori, anche in termine di bilancio energetico, rispetto a quelli ottenuti dai processi tradizionali. (fonte: la Repubblica.it)

 

 

Lascia una risposta

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

È possibile utilizzare questi tag ed attributi XHTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>