Investimenti cinesi nella Ue: così in Italia e Spagna

Un’inchiesta pubblicata dal Financial Times rivela che nel 2010 il totale degli investimenti diretti cinesi nei paesi dell’Unione Europea ammontava ad appena 6 miliardi di euro, meno degli investimenti di nazioni come l’Islanda o la Nigeria. Ma alla fine del 2012 gli investimenti cinesi nella Ue si erano già più che quadruplicati raggiungendo i 27 miliardi di dollari, e da allora sono continuati a crescere, secondo dati della Deutsche Bank citati dal quotidiano londinese. Si tratta, di un “nuovo modello di investimenti” per la Cina, scrive il Financial Times, destinato a crescere ulteriormente nel prossimo decennio. Gli investimenti tendono a concentrarsi su un determinato paese di anno in anno, e il 2014 è stato l’anno dell’Italia, diventata il maggior bersaglio per le operazioni cinesi in Europa. Più della metà dei 6 miliardi di euro di investimenti complessivi dalla Cina nel nostro Paese sono arrivati solo nel periodo trascorso dal gennaio scorso e oggi, facendo dell’Italia il terzo paese europeo per dimensione di investimenti di Pechino, dopo la Gran Bretagna, con un totale di 18 miliardi di euro di investimenti, e la Francia, 7 miliardi e 900 milioni di euro, ma davanti a Germania (5 miliardi), Grecia (4 miliardi e mezzo), Portogallo (4 miliardo e 400 milioni) e Spagna (1 miliardo e mezzo). A dispetto della complessità delle nostre leggi e della lentezza del nostro apparato burocratico e giudiziario, dunque, la Cina è vicina all’Italia e potrebbe diventare anche più vicina in termini di interessi economici. (fonte: laRepubblica.it)

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