Mediterraneo, nuove sfide e nuove attività

La Commissione europea lancia una sfida ai partner del sud dell’Europa: esplorare e sfruttare le attività economiche che il Mare Mediterraneo offre per trarre benefici che si calcolano in miliardi di euro l’anno. La conferma viene da uno studio, presentato dalla commissaria europea alla pesca Maria Damanaki, in cui emerge che la creazione nel mare Mediterraneo di tre grandi ”zone economiche esclusive”, (in Italia l’Adriatico-Ionica e lo stretto tra Sicilia, Malta e Tunisia e il Golfo dei Leoni tra Francia e Spagna) porterebbe in quelle aree 2,7 miliardi di benefici netti l’anno”. Queste zone marittime sono previste dalla Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare del 1982 e danno la possibilità agli Stati che lo desiderano di estendere la loro giurisdizione fino ad un massimo di 200 miglia dalla costa. Sono molteplici – ha spiegato la commissaria europea – le attività che possono essere sviluppate nelle zone economiche esclusive: dalla pesca all’acquacoltura, dall’energia come quella eolica al turismo fino alla ricerca. In caso poi di inquinamento marittimo, come nel 1999 con il naufragio della petroliera Erika sulle coste francesi, i Paesi interessati potrebbero richiedere i relativi risarcimenti. (fonte: ANSA Europa)

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