Misery Index: Spagna al 6° posto, Italia all’11°

Peggio di noi tra i paesi dell’Unione europea ci sono Portogallo e Grecia, Spagna e Croazia. Ma se si guarda al resto del mondo, ci procedono soltanto dieci nazioni e comunque meglio di noi sta un paese come la Colombia, che di sicuro non è unapotenza globale. Nella nuova edizione del Misery Index, la poco invidiabile classifica stilata ogni anno da Bloomberg in cui si misura – tra le 51 principali economie del mondo – gli Stati destinati a diventare più poveri nell’arco dell’anno, fa sicuramente specie trovare l’Italia ben piazzata all’undicesimo posto. I dati del centri studi dell’agenzia economica americana sembrano contraddire i pur minimi segnali di inversione di tendenza sottolineati negli ultimi giorni da più parti, a cominciare dagli esponenti del governo Renzi. Del resto, il Misery Index si basa su un assunto molto semplice, che si rifà a quanto sostenuto dall’economista Milton Fridman. L’inflazione, argomentava lo studioso sostenitore del pensiero liberista, è una malattia che puòdistruggere una società. Ma se a questo ci aggiungiamo la disoccupazione, il risultato non può che essere uno e uno soltanto: la miseria. Con tutto quello che ne consegue, dalla caduta del potere di acquisto delle famiglie fino allo stato di povertà. Nel suo report di presentazione della classifica 2015, Bloomberg ricorda come cinque anni fa venne creato l’acronimo Piigs, per raccogliere sotto una sola definizione i paesi che maggiormente avevano subiti gli effetti della recessione e il cui debito pubblico era consideratao a rischi di default. Di questi cinque paesi, soltanto l’Irlanda non si trova nelle prime 15 posizioni della classifica. Non così per gli altri quattro: la possibilità di impoverirsi sono maggiori per la Grecia e la Spagna (al quinto e sesto posto della classifica), Croazia (ottavo) Portogallo (decimo), seguita subito dopo dall’Italia.

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