Guardarsi allo specchio e vedere il proprio fegato. È successo a Vienna dove, in occasione del 50° Congresso internazionale per le Malattie del Fegato (Easl), era stato posizionato per le strade del centro
cittadino uno “specchio magico” che va oltre la realtà. Il visitatore, infatti, specchiandosi vedeva apparire il proprio fegato sulla sua immagine riflessa. Come funziona il fegato? Quella dello specchio è una “trovata” per far capire meglio come è fatto e come funziona questo importantissimo organo che è la centrale detox dell’organismo e dà energia a cuore e polmoni. Lo specchio è una delle iniziative che rientrano nella campagna “The Liver Works” proprio per aumentare la consapevolezza delle persone sull’importanza della salute del fegato. “Sono poche le persone che comprendono davvero quanto fa per loro il fegato. Le patologie epatiche sono un importante problema di salute pubblica in Europa e la campagna insegnerà alla popolazione l’importanza cruciale di prendersi cura di questo organo”, ha spiegato Markus Peck, segretario generale di Easl.
Ridurre le porzioni, optare per cibi meno calorici e rispolverare tuta e scarpe da ginnastica aiuta anche chi soffre di problemi al fegato. È quanto emerge da uno studio firmato da ricercatori del National Institute of Gastroenterology dell’Havana, a Cuba, e dai colleghi spagnoli del Valme University Hospital di Siviglia e del Valencia University Hospital. Il lavoro è stato presentato all’Easl 2015.Lo studio è stato condotto su 293 pazienti con steatoepatite non alcolica. La ricerca, sottolineano gli autori, mostra che l’effetto del dimagrimento indotto da cambiamenti nello stile di vita è fortemente legato a una serie di importanti miglioramenti istologici. In particolare, perdere più del 7% del proprio peso sulla bilancia già si traduce in una cascata di effetti positivi, ma per indurre una risoluzione della steatopatite e un miglioramento nella fibrosi occorre superare il 10%.
Ci si può avvicinare alle malattie del fegato anche attraverso l’arte. È proprio questo l’obiettivo del progetto “Perspectives – Art, Liver diseases and me” che ha portato al Congresso circa 125 opere d’arte, tra sculture, dipinti, installazioni, video e foto, nate dopo un dialogo fra gli artisti e i malati. “Si tratta di un progetto unico, che ha messo insieme pazienti con epatite C e artisti di tutto il mondo, per creare insieme una serie di opere che ritraggono in modo creativo – e aiutano gli altri a comprendere – l’impatto della malattia”, ha spiegato Peck. La collezione ospitava opere da 24 Paesi ed è stata donata alla fondazione Easl da AbbVie, promotrice del progetto “Perspectives”, coordinato dalla Facoltà di Belle Arti dell’Universitat Politecnica de Valencia (Spagna). Tra le opere, “The Tree of Life” che rappresenta un albero che affonda le sue radici in un fegato di pietra e un tattoo con l’immagine del virus da applicare sulla pelle (in “You Have to Feel it in Your Skin”).
Ben 29 milioni di europei soffrono di malattie croniche del fegato. Fra queste c’è la cirrosi, che da sola causa nel Vecchio continente 170mila morti l’anno. Ma sono più di 100 le diverse forme di malattia del fegato diffuse nel mondo: dai tumori all’epatite, fino al fegato grasso. L’Italia è il Paese europeo con il maggior numero di persone positive al virus dell’epatite C. Circa il 3% della popolazione italiana è entrata in contatto con l’HCV e il 55% dei soggetti con HCV è infettata dal genotipo 1. Nel nostro Paese i portatori cronici del virus sono circa 1,6 milioni, di cui 330.000 con cirrosi epatica: oltre 20.000 persone muoiono ogni anno per malattie croniche del fegato (due persone ogni ora) e, nel 65% dei casi, l’epatite C risulta causa unica o concausa dei danni epatici. (fonte: la Repubblica)