Zalando online, parla il manager Italia-Spagna

Vanessa Incontrada, con l’aria stropicciata di chi si è appena alzato dal letto, gira in camicia e pantofole fra gli abiti di una boutique. Sono i primi fraime della nuova campagna pubblicitaria di Zalando, la piattaforma online di moda leader in Europa. E il messaggio è chiaro: sembra di stare in un negozio, ma lo showroom si trova in casa dove lo shopping si fa ancora meglio. La forza del sito fondato nel 2008 a Berlino e lanciato in Italia nel 2010, è proprio questa: si possono ordinare on line anche più scarpe o capi d’abbigliamento, si ricevono a domicilio e si provano davanti allo specchio di casa, magari cercando gli abbinamenti giusti con quello che si ha già nel guardaroba o confrontandosi con marito, moglie o amici senza indispettire i commessi o chi fa la fila fuori dal camerino. Se qualcosa non va, entro 100 giorni, si può rendere la merce a un fattorino, che verrà a riprendersela gratuitamente. Diversamente da quanto accade negli altri paesi europei, in Italia, si può persino scegliere se pagare alla consegna. «Quando nel 2011 abbiamo mandato in onda il primo spot Zalando, siamo stati sommersi di chiamate. C’era chi ci chiedeva dov’era il negozio più vicino, altri volevano sapere se esistevamo davvero » spiega sorridendo Giuseppe Tamola, a soli 29 anni responsabile commerciale di Zalando per Italia e Spagna. «C’era tanta curiosità, un pizzico di ignoranza e voglia di comunicare. Oggi la clientela è più matura, e lo

Giuseppe Tamola, responsabile commerciale di Zalando per Italia e Spagna

shopping on-line un’abitudine consolidata». I siti di Zalando, pensati per 15 mercati diversi, dalla Spagna alla Danimarca e dalla Polonia al Regno Unito, hanno registrato oltre 100 milioni di visite mensili durante il terzo trimestre 2014, per un totale di 14,1 milioni di clienti. La nuova sfida? «Stiamo crescendo velocemente, ben al di sopra delle nostre aspettative. Il prossimo passo è spingere di più sul fashion». Ecco spiegata la scelta di una campagna pubblicitaria televisiva, pensata solo per il nostro paese così sensibile alle griffe, girata da Matthew Frost (e curata dall’agenzia Jung von Matt/Elbe), un regista newyorkese che conosce bene l’universo della moda. Costituito da oltre 1500 brand, l’assortimento di Zalando non si limita al fast fashion e a una linea propria ma include anche la sezione Premium, quella appunto che si vorrebbe espandere ulteriormente, abiti disegnati da stilisti come Michael Kors, Tommy Hilfiger, Moschino, Just Cavalli, Diesel o Patrizia Pepe. Un buon traguardo, considerata la notoria riluttanza dei marchi a non gestirsi direttamente il proprio e-commerce. «Ma noi offriamo spazi che possono essere curati direttamente dal marchio, partnership a lungo termine e la possibilità di espandersi verso nuovi mercati», aggiunge Giuseppe Tamola. Intanto in Germania stanno già testando un nuovo servizio: un esperto di stile è a disposizione dei clienti. Ne studia fisionomia, personalità, gusti e poi manda a casa una selezione di proposte personalizzate. La guerra a boutique tradizionali e centri commerciali è appena cominciata. (fonte: la Repubblica)

 

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