L’on Tacconi risponde alla lettera aperta di Infoitaliaspagna sul Comites

Gentile Direttore,

mi scuso innanzitutto per il ritardo con cui rispondo alla Sua lettera aperta sul rinnovo dei Comites. Ho riflettuto con molta attenzione sulle problematiche che Lei ha così bene evidenziato, e non posso non essere d’accordo con Lei che in alcuni casi,

L'on. Alessio Tacconi

soprattutto nelle circoscrizioni molto vaste, come quella di Madrid, si sono, come dire, travalicati i dettami della legge e della Costituzione, laddove i cittadini che volevano sottoscrivere le liste dei candidati sono dovuti ricorrere all’intermediazione di notai.

Certamente la nuova normativa ha forse confuso un po’ il quadro di riferimento concentrando l’attenzione del legislatore sulla necessità dell’iscrizione degli elettori negli appositi albi consolari e prestando poca attenzione alle altre fasi preliminari e preparatorie dell’intera operazione. Voglio comunque credere che le lacune siano frutto di semplici “disattenzioni” a cui ritengo si possa in seguito porre facilmente rimedio.

Il suggerimento dell’On. Garavini a cui Lei fa riferimento, con spirito critico, nella Sua lettera aperta non mi pare privo di logicità e di buon senso a condizione, naturalmente, che  il viaggio di servizio di un funzionario sia a totale carico del Consolato; non è detto del resto che tale viaggio  debba per forza costare di più di un semplice rimborso delle spese vive: quanto alla diaria si potrebbe ipotizzare, in sua vece, la costituzione di una “banca del tempo” monetizzabile quale futura esenzione dal servizio in periodi lavorativi meno intensi. Che tuttavia ci sia un costo, sotto qualsiasi forma, a carico dell’erario, non mi pare scandaloso, se ciò contribuisce a creare le condizioni di una sana democrazia.

Tuttavia penso che la strada maestra per superare le criticità da Lei sollevate consista nell’organizzazione di una capillare rete sul territorio che faccia riferimento ad uffici consolari di seconda categoria (consolati e agenzie consolari onorari) incaricati a pieno titolo a certificare le firme dei sottoscrittori. Del resto l’attuale normativa prevede già che i consoli onorari possano autenticare le firme apposte in loro presenza. Sono sicuro che un correttivo di questo genere possa essere risolutivo.

Mi consideri a sua disposizione per ogni eventuale futura collaborazione sia sul territorio sia attraverso la sua rivista.

Con i più cordiali saluti di buon lavoro e complimenti per la Sua rivista.

Alessio Tacconi *

*Deputato eletto nella circoscrizione Europa -Lista Movimento 5 Stelle; dal 27 febbraio 2014 iscritto al gruppo parlamentare Misto

 

Lettera aperta sul Rinnovo Comites: si è pagato per poter firmare, italiani all’estero discriminati

Al Presidente del Consiglio dei Ministri, Matteo Renzi

Al Ministro per gli Affari Esteri e la Cooperazione Internazionale, Paolo Gentiloni

Ai Parlamentari eletti nella Circoscrizione estero ripartizione Europa. On. Laura Garavini; Sen. Claudio Micheloni; Sen. Aldo Di Biagio;  On.Gianni Farina; On. Guglielmo Picchi;  On.Mario Caruso;  On. Alessio Tacconi

Per conoscenza. All’Ambasciatore italiano in Spagna, Pietro Sebastiani

Málaga, 27 febbraio 2015

Sento il bisogno di esprimere alcune considerazioni in merito alle troppe difficoltà burocratiche e alle procedure antidemocratiche che hanno penalizzato la sottoscrizione delle liste per il rinnovo del Comitato degli italiani all’estero
di Madrid, mia circoscrizione di riferimento. Il problema, credo sia comune a tutte le 24 sedi dalle quali arriveranno i voti del prossimo 17 aprile. Voglio riportare l’attenzione sulle firme “a pagamento”, sulle liste sostenute da chi poteva permettersi le spese dal notaio, sugli italiani all’estero discriminati in un territorio che è grande come una macroregione, ma dove spesso si pensa  solo alla collettività di Madrid (27.060 i residenti iscritti all’Aire nella Comunidad contro i 77.969 dell’intera circoscrizione!) .

Già è difficile coinvolgere la comunità italiana sul rinnovo di un organismo come il Comites, che pochissimi conoscono; se poi la normativa vigente risulta discriminante, nella sua applicazione, la procedura elettorale non è più all’insegna della democrazia e diventa lesiva del diritto di partecipazione. Come è successo e come avevo documentato nel mio articolo Comites, questi sconosciuti del 17 febbraio scorso (nel quale avevo raccontato la mia esperienza con una lista civica), al quale ora aggiungo altri elementi alla luce dei risultati.

Non è stato rispettato il diritto di tutta la collettività italiana della circoscrizione di Madrid di poter sottoscrivere le liste. I soli residenti nella sede dell’unico ufficio consolare di 1a categoria (ovvero Madrid) hanno potuto farsi autenticare le firme per più giorni (per un solo a giorno a Màlaga), in maniera gratuita (come prevede l’art. 34 del DPR 395/2003). Tutti gli altri connazionali (da Bilbao a Ceuta) erano costretti a pagare per farsi autenticare le firme di sottoscrizione da notai (con successiva, ulteriore spesa per l’Apostille dell’Aja). In questo modo sì è limitato il diritto civile della maggioranza degli elettori dell’intera circoscrizione di Madrid: più di 2/3 degli iscritti all’Aire. Non è stato applicato quanto l’art.5, comma 3, Legge 23 ottobre 2003, n. 286 Norme relative alla disciplina dei Comitati degli italiani all’estero prevede chiaramente: “Le liste elettorali sono composte in modo da garantire le pari opportunità e una efficace rappresentazione della comunità di riferimento”. Nella circoscrizione di Madrid la comunità italiana di riferimento è stata pregiudicata nel diritto di sostenere i propri rappresentanti.

Basti vedere il risultato della lista “Italiani Democratici”, l’unica lista risultata ammessa alla competizione elettorale per il rinnovo del Comites di Madrid avendo raggiunto il quorum delle 200 sottoscrizioni. Su un totale di 249 firme, più della metà (134) sono state raccolte alle Canarie davanti a notai. Quindi pagando per firmare, non importa se un euro o 20 euro per firma. Sborsare dei soldi per poter sostenere una lista, quando in altra sede si può farlo gratuitamente? Una simile procedura elettorale è “incostituzionale”! L’Art 3 della Costituzione sancisce chiaramente: “E` compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”. Anche per la nostra lista “ItaliaSpagna” si sono dovute pagare le spese presso notai per 17 firme sulle 77 totali raccolte. L’altra lista esclusa, “Sì Italia”, per 23 sottoscrizioni su 84.

Se ai fini del procedimento elettorale gli Uffici consolari di 2a categoria non possono autenticare le firme, doveva essere presente un funzionario dell’Ambasciata in ogni consolato onorario (13 nella nostra Circoscrizione) così da garantire a tutta la comunità italiana il sostegno gratuito alle liste.

L’on. Laura Garavini, rieletta alle politiche 2013 nella ripartizione Europa, in un’intervista dello scorso ottobre al mensile L’altraitalia sul tema rinnovo Comites suggeriva: “Per agevolare la raccolta delle firme autenticate può essere utile invitare un funzionario consolare presso una festa associativa o in un luogo in cui si possano fare convergere contemporaneamente più sottoscrittori”. Bisognava spendere dei soldi per invitare un delegato della Cancelleria di Madrid a Bilbao, a Tenerife o a Granada, sostenendo le spese di viaggio, vitto e alloggio, visto che i consolati non hanno mezzi finanziari? L’idea è a dir poco sconcertante.

Nella stessa intervista, la deputata Garavini dichiarava: “Il rinnovo dei Comites, dopo tre rinvii e 5 anni di ritardo, è una grande vittoria per gli italiani all’estero. Ma potremo festeggiare questa vittoria soltanto nel momento in cui tanti connazionali avranno esercitato davvero questo diritto”. Prima del diritto di voto, bisogna tutelare il diritto di sottoscrivere, cari parlamentari eletti nella Circoscrizione estero, che in Spagna vi fate vedere pochissimo e quasi nessuno vi conosce.

Se il Comites, organo di tutela e di rappresentanza degli italiani nei rapporti con le rappresentanze diplomatico-consolari, è l’ultimo dei vostri pensieri e interessi, allora eliminatelo. Mantenerlo, ignorando i principi della democrazia, non aiuta gli italiani all’estero che hanno esigenze, aspettative ben più ampie e complesse della sola, pur sempre fondamentale, efficienza dei servizi consolari.

di Patrizia Floder Reitter, direttore  Infoitaliaspagna

 

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